Parlare in pubblico: Insegnare in modo efficace

Parlare in pubblico: Insegnare in modo efficace

Come insegnare bene, in modo efficace fa parte della serie di articoli Come parlare in pubblico, presente in questo blog. Fatta la premessa d’obbligo, cominciamo subito.

Insegnare, lasciare il segno a chi ci ascolta

Insegnare, è più che parlare, con l’insegnamento si trasferisce la conoscenza e si mette in condizione chi ci ascolta di far proprie nuove informazioni in modo da utilizzarle in modo pratico.

Insegnare è anche fornire delle ragioni, dei motivi che spingano i nostri ascoltatori a mettere in pratica quanto diciamo. Si, l’insegnamento deve coinvolgere la mente e le emozioni. Solo così si riuscirà a lasciare quel segno indelebile a chi ci ascolta.

L’esposizione che non distrae

A volte mi è capitato di sentire un oratore brillante, coinvolgente, a tratti ironico. Sicuramente passai una bella mezz’ora, ma a conti fatti, mi resi conto che la mia attenzione e i miei ricordi erano rivolti alla persona, più che alle informazioni trasmesse. Dopo un po’ di tempo, mi ricordavo ancora il modo in cui quella persona espose le informazioni, più che le informazioni. Avevo perso, ad esempio, l’applicazione di alcuni esempi e mi ricordavo bene solo gli esempi fini a se stessi e il modo divertente in cui mi furono trasmessi. Ne ho tratto una lezione che porto sempre con me: “Un buon insegnante è molto attento a far si che il modo di trasmettere le informazioni, non distragga dalle informazioni stesse, che sono il fine dell’insegnamento.”

Con questo non voglio dire che è meglio essere monotoni e inespressivi, piuttosto che vivaci, oppure che non si serva curare il modo in cui si trasmettono le informazioni.

A questo riguardo mi viene in mente un aneddoto. Nel passato, delle persone influenti e invidiose mandarono delle guardie ad arrestare un uomo, era una persona pacifica che aveva fondato un movimento indipendente. Fatto sta che al ritorno le guardie tornarono a mani vuote. Questi capi chiesero il perché e la risposta fu: “Nessun altro uomo ha mai parlato così”. Vi ho citato quello che capitò a Gesù, e diciamola tutta, Gesù è stato il fondatore di un movimento di umana fratellanza senza precedenti. Sicuramente è riuscito a coniugare con equilibrio l’insegnamento con il modo di insegnare.

Insegnare è un trasferimento di conoscenza che mette in condizione chi ci ascolta di far proprie le nuove informazioni e di poter utilizzarle in modo pratico.

Facile da capire per chi ci ascolta

Altre volte mi è successo di ascoltare discorsi esposti con dovizia di particolari, forse prolissi, altri con linguaggio forbito e ricercato. Mi resi conto di quanto questi relatori avessero studiato e di quanto conoscevano bene la lingua italiana. Alla fine della fiera però, mi ritrovai sommerso di informazioni e il punto principale risultò offuscato. Dovetti scremarle per decidere cosa ricordare. Oltre a ciò alcuni passaggi non mi furono chiari, forse per il linguaggio usato. Sentivo il relatore troppo alto e importante per poter avvicinarmi e chiedergli chiarimenti, avevo paura di sembrare ignorante perché non ero riuscito a capire dei passaggi.

Che lezioni possiamo trarre? Teniamo sempre bene a mente lo scopo della nostra esposizione. È quello di auto celebrarsi? Di innalzarsi sugli altri? Mettere in bella mostra i nostri anni di studio? Cercare lavoro? Oppure dobbiamo insegnare, trasmettere informazioni e permettere a chi ci ascolta di farle proprie e riutilizzarle? Con questo in mente possiamo curare la nostra esposizione, badando che non sia inutilmente prolissa, difficile da capire per chi ci ascolta.

Un buon insegnante è attento a far si che il modo di trasmettere le informazioni, non distragga dalle informazioni stesse.

Una volta ascoltai un amico, parlò in modo semplice, capii che ne sapeva molto sull’argomento, ma adattò la sua presentazione per le persone che aveva di fronte. Alla fine, fu avvicinato da una persona che in tutta semplicità gli disse: “Hai parlato terra-terra, ma ho capito benissimo quello che volevi dire. Grazie.” Quel mio amico raggiunse lo scopo di insegnare, lasciare qualcosa di utile agli astanti? Ne sono persuaso.

Spingere a pensare

Facciamo buon uso delle domande aperte, si, impariamo a convertire le frasi in domande, lasciando poi del tempo in modo che i nostri ascoltatori possano rispondere mentalmente. Sto parlando di domande del tipo “che ne pensate?” e non del tipo “tutto chiaro?”.

Mi ricordo che a scuola avevo una insegnante di letteratura particolarmente brava. Concludeva una spiegazione con la classica frase: “C’è qualcosa che non vi è chiaro? Possiamo proseguire?”. Ci guardava e capiva che forse qualcosa non era chiaro. Si fermava e poneva delle domande ad alcuni di noi, si introduceva sempre dicendo: “Che ne pensi…?”, “Secondo te, perché…?”. Alla fine riusciva a innescare la conversazione, a capire le nostre perplessità e a lasciare il segno facendoci realmente capire l’argomento. Con lei, alcune materie che odiavo, cominciarono a piacermi.

Motivare

Come motivare? Sicuramente dando delle ragioni e spiegando il perché è meglio fare una cosa o i danni che derivano dal non farla. A tal fine possono essere utili i contrasti. Ad esempio, non basta solo spiegare tecnicamente per filo e per segno come si fa un backup, è bene riservare del tempo anche per spiegare perché è utile farlo. A noi interessa far si che le persone usino quello che stiamo insegnando, non solo che lo sappiano.

Per dare le motivazioni possiamo raccontare storie. Attenzione quando dico “raccontare storie” non intendo imbonire le persone con luoghi comuni o storie false, intendo proprio il raccontare delle storie vere, delle esperienze che dimostrino i vantaggi di quanto abbiamo appena detto, oppure che indichino di come alcuni si siano trovati male per non aver fatto quella cosa di cui stiamo parlando.

Applicare e dare l’esempio

Alla fine, per chiudere il cerchio occorre applicare quanto insegnato e far quindi vedere il valore pratico di quanto spiegato. Un mio amico spese molti soldi e molto tempo per curare la sua prematura caduta dei capelli, Dopo diverse visite non ce la fece più ed esordì: “Dottore, mi tolga una curiosità. Mi sta curando da diverso tempo, ma lei è calvo. Perché? Forse le sue cure non funzionano?”. Il dottore rispose: “Vedi ragazzo, per me la caduta dei capelli non è un problema”. Da quel giorno quel ragazzo non pensò più ai suoi capelli e smise di spendere soldi in tal senso. Che lezione ne traiamo? Dare l’esempio è importante, far vedere che una cosa ci interessa e siamo i primi a crederci è importante, altrimenti potremmo depotenziare tutto il nostro insegnamento.

Per concludere, insegnare in pillole

Alla fine cosa possiamo ricordare per insegnare con efficacia?

  • Ricordare lo scopo per cui stiamo facendo la nostra presentazione, ossia lasciare informazioni utili a chi ci ascolta, non auto-celebrarsi.
  • Spingere a pensare con l’uso di domande e opportune pause.
  • Motivare, fornire ragioni, raccontare esperienze.
  • Fornire applicazioni pratiche sull’utilità di quanto detto e dare l’esempio.

Photo credit: VisualHunt.com / CC BY-NC

Alex

Eterno curioso. Da piccolo smontava i giocattoli per capire com'erano fatti, anche quelli della sorellina, che non era affatto contenta. Da grande ama capire il perché delle cose, si documenta, legge, impara e trae conclusioni. Riscrive il tutto in modo conciso e lo pubblica nel blog, laboratorio di scrittura e sperimentazione.

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