Persuasione o propaganda?

Persuasione o propaganda?

Propaganda buona

Oggi la chiamano persuasione, ma non è altro che la propaganda 2.0. La propaganda fa la parte del leone nel mare delle informazioni. Con la propaganda si cerca di influire sull’opinione comune affinché la massa delle persone si orienti verso un determinato modo di pensare o agire.

Possiamo trovarci di fronte a propaganda buona, come ad esempio la campagna sulla sicurezza stradale 2016 del MIT “Sulla buona strada” . Invita a una guida prudente, mettendo in guardia dai comportamenti pericolosi che portano alle cinque cause principali di incidenti mortali.

Campagna 2016 del MIT per una guida più prudente. Esempio di propaganda positiva.
Campagna 2016 del MIT per una guida più prudente. Esempio di propaganda positiva.

Propaganda cattiva

La propaganda può essere usata per promuovere prodotti o servizi. Purtroppo può anche essere usata per promuovere odio o fomentare divisioni. Molto usato, nel mondo dell’informazione è il metodo della dichiarazione senza fondamento, poi subito smentita, magari con tanto di scuse.

Per non farci mandare nulla abbiamo anche la notizia con il titolo che fa andare in una direzione e l’articolo che fa giungere alla direzione opposta. Il BILD titolava: “ISIS; allarme Bild, attentati su spiagge Italia e Spagna. Terroristi travestiti da ambulanti si faranno esplodere”, La smentita, è contenuta direttamente nell’articolo, solo per chi lo apre e si prende la briga di leggerlo: “007 italiani: non è vero la notizia è destituita da ogni fondamento”.

Non fermarti mai ai titoli, il loro scopo è attirare l’attenzione, non informare. Leggi tutto.

Propaganda, oggi migliorata e affinata in persuasione, viene usata con regolarità da politici, ecclesiastici, dittatori, esperti di marketing, giornalisti, addetti stampa e altri che hanno interesse a manipolare il modo di pensare e di comportarsi della gente.

“Quotidianamente veniamo bombardati da una comunicazione persuasiva dietro l’altra. Questi richiami non convincono attraverso il dare e il prendere dell’argomentazione e del dibattito, ma attraverso la manipolazione dei simboli e delle emozioni più profonde. Nel bene e nel male, la nostra è l’età della propaganda”. Questo è ciò che dicevano nel 1996, i ricercatori Anthony Pratkanis ed Elliot Aronson nel loro libro “Psicologia delle comunicazioni di massa: Usi e abusi della persuasione”. Nel 2003 è uscita una nuova versione.

Usi e abusi quotidiani della persuasione
Usi e abusi quotidiani della persuasione

Effetti dell’eccesso di informazione

Con l’aumento dei mezzi di comunicazione e il passaggio dalla stampa a Internet, il flusso di messaggi persuasivi ha conosciuto una drastica accelerazione. Oggi siamo di fronte a un eccesso di informazioni, e la gente è subissata di messaggi. Molti reagiscono a questa situazione semplicemente assorbendo i messaggi e accettandoli senza metterli in discussione o verificare la loro bontà.

Molti reagiscono all’eccesso di informazione semplicemente assorbendo i messaggi senza metterli in discussione.

Il persuasore esperto ama queste scorciatoie, soprattutto quando permettono di aggirare il pensiero razionale. E la propaganda fa il suo gioco suscitando emozioni, sfruttando insicurezze, approfittando dell’ambiguità del linguaggio e torcendo le regole della logica. Come la storia dimostra, queste tattiche possono essere fin troppo efficaci.

Il termine propaganda all’inizio non era negativo. Lo diventò verso la prima guerra mondiale quando i governi cominciarono a controllare i bollettini di guerra diffusi dai mezzi di informazione. Nella seconda guerra mondiale, Goebbels e Hitler si dimostrarono due abili propagandisti.

Attraverso la propaganda possono essere diffuse delle vere e proprie menzogne. Prendiamo l’abitudine di verificare le informazioni che riceviamo, o perlomeno non crediamo semplicemente a tutto. Certo, non vogliamo diventare dei paranoici del complotto, ma nemmeno dei lavandini che si bevono tutto.

Una notizia può essere persuasiva e falsa. Impara a verificare ogni informazione in cui ti imbatti,

Quanto è bello generalizzare

Anche la generalizzazione è una tecnica persuasiva. Le generalizzazioni, spesso tendono a nascondere aspetti importanti o semplicemente mettono in cattiva luce interi gruppi di persone: “Gli extracomunitari sono dei malviventi”, è un’affermazione che si sente spesso, ma corrisponde a realtà?

Richardos Someritis, un giornalista, afferma che in un certo paese idee di questo genere hanno provocato una “febbre xenofoba e molto spesso razzista” nei confronti degli stranieri. Eppure è stato dimostrato che in quel paese gli atti criminosi vengono commessi con uguale frequenza sia dai cittadini del paese che dagli stranieri. Ad esempio, Someritis fa notare che in Grecia, stando ai sondaggi, “96 reati su 100 sono commessi da [greci]”. “Le cause della criminalità sono economiche e sociali”, afferma, “non ‘razziali’”. E accusa i mezzi di informazione di “incoraggiare sistematicamente la xenofobia e il razzismo” presentando in modo non obiettivo le notizie di cronaca nera.

Emozioni e slogan

Far leva sulle emozioni è un altro metodo che da potere alle informazioni. La paura ad esempio può  offuscare il giudizio. Un altro sistema è quello di stuzzicare l’orgoglio con frasi del tipo “Qualsiasi persona intelligente sa che…”, o: “Una persona istruita come lei riconoscerà senz’altro che…”.

Gli slogan sono frasi molto concise ed efficaci usate in genere per esprimere prese di posizione o obiettivi. Dato che sono generici, è facile condividerli. Ad esempio, in momenti di crisi nazionale o di conflitto i demagoghi possono ricorrere a slogan come “Il mio paese, a ragione o a torto”, oppure “Libertà o morte”. Ma la maggior parte della gente analizza con attenzione le questioni che stanno dietro quella crisi o quel conflitto, oppure si limita ad accettare ciò che viene detto?

Continua…

Identificare la propaganda e il mero tentativo di persuasione è già un primo passo per districarsi nella mole di informazioni in cui ci imbattiamo giornalmente. Per saperne di più leggi il prossimo articolo su questo argomento.

Alex

Eterno curioso. Da piccolo smontava i giocattoli per capire com'erano fatti, anche quelli della sorellina, che non era affatto contenta. Da grande ama capire il perché delle cose, si documenta, legge, impara e trae conclusioni. Riscrive il tutto in modo conciso e lo pubblica nel blog, laboratorio di scrittura e sperimentazione.

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