Parlare in pubblico: Preparare lo schema

Parlare in pubblico: Preparare lo schema

Preparare lo schema fa parte della serie di articoli Come parlare in pubblico, presente in questo blog.

Lo schema, perché è utile?

Quando si preparano per un discorso, alcuni scelgono di preparare un manoscritto, mettono giù parola per parola tutto quello che devono dire. È indubbiamente un lavoro lungo e laborioso. Cos’è meglio? Prepararsi uno schema contenente la traccia di quanto vogliamo dire o usare il manoscritto? Vediamo perché lo schema può aiutarci ad avere una marcia in più?

  • Permette di fissare i punti principali di quanto vogliamo esporre
  • Ci lascia più tempo per provare la nostra presentazione
  • Ci permette di essere più naturali in fase di presentazione
  • Toglie dalla paura di perdere il segno quando alziamo la testa per guardare l’uditorio

Un punto a favore del manoscritto c’è? Certamente. Nel caso di presentazioni o discorsi corposi, parlo di interventi che possono durare da mezz’ora in su e che possono essere ripetuti a diversi eventi, magari a distanza di mesi, io preparo sempre sia il manoscritto, sia lo schema. Lo schema lo userò come di consueto per la presentazione vera e propria, mentre il manoscritto mi è utile ripassare le informazioni. In alternativa possiamo tenere una registrazione audio/video per poterla rivedere.

Come si fa uno schema?

Serve innanzi tutto un tema e un obiettivo da raggiungere.

Tema: Da un’idea chiara dell’argomento. Dev’essere specifico. Evitiamo temi generici e trasmettiamo subito l’idea di quello che tratteremo.

Obiettivo: È lo scopo della nostra presentazione. Quello che vogliamo ottenere al termine del discorso. Si tratta di persuadere qualcuno dell’importanza di qualcosa? Vendere un prodotto? Creare un bisogno?

Il punto di partenza di un buon schema sono il tema e l’obiettivo da raggiungere.

Con questi due aspetti in mente possiamo cominciare a preparare il nostro schema che sarà suddiviso in almeno tre parti principali:

Introduzione: Serve per attrarre e bendisporre la persona che ci ascolta, all’argomento.

Corpo del discorso: Qui ci saranno tutte le argomentazioni rilevanti, prove, statistiche, esperienze, diapositive. Il corpo del discorso può essere suddiviso in uno o più punti principali, a seconda della durata dell’intervento e della sua complessità.

Il corpo del discorso merita una nota aggiuntiva. Qui si raccoglie del materiale attraverso le ricerche, si screma e si organizza in punti principali. Le informazioni che non saranno utili all’economia del discorso vanno omesse. Meno cose esponiamo, più facile sarà per chi ci ascolta capire i punti principali e ricordarli. Vogliamo correre il rischio di aggiungere inutile nebbia alla nostra presentazione? No, vero?

Meno cose esponiamo, più facile sarà per chi ci ascolta ricordare.

Conclusione: Con la conclusione si tirano le somme, si fa un breve riassunto dei punti trattati, e quando dico breve intendo un elenco puntato, dei semplici incisi, non certo della la ritrattazione del materiale. Per finire, la conclusione deve spronare ad agire, porre una meta, un obiettivo, qualcosa da fare.

Domande

Al termine della conclusione potrebbe essere necessario lasciare uno spazio per le domande da parte dell’uditorio, oppure dare la nostra disponibilità in tal senso al termine della conferenza.

Provare, ritoccare e riprovare

Ora lo schema è preparato e siamo pronti per provare la nostra presentazione. Vogliamo vedere se tutto il discorso fila liscio o se ci sono dei punti di inceppamento. Può capitare. Forse il filo logico del discorso andrà sistemato, oppure ci siamo accorti che è meglio trattare determinati concetti in modo diverso. Magari dobbiamo rafforzare certi punti per mezzo di statistiche, diapositive o quant’altro. Ritocchiamo lo schema e poi riproviamolo fino a quando ci sentiremo padroni dell’argomento, fino a quando procederà liscio dall’inizio alla fine.

Per finire

Fare uno schema può sembrare difficile, tuttavia ci permette  di avere molte più soddisfazioni in fase di esposizione del materiale e sicuramente un risultato migliore. Perché non provi? Sono sicuro che ne apprezzerai gli indubbi vantaggi.

Alex

Eterno curioso. Da piccolo smontava i giocattoli per capire com'erano fatti, anche quelli della sorellina, che non era affatto contenta. Da grande ama capire il perché delle cose, si documenta, legge, impara e trae conclusioni. Riscrive il tutto in modo conciso e lo pubblica nel blog, laboratorio di scrittura e sperimentazione.

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